La lettera del capo politico del MoVimento 5 Stelle a “La Nazione”
Caro direttore,
a breve ci saranno le elezioni regionali in Umbria e i cittadini saranno chiamati a scegliere un progetto e una persona per guidare la Regione nei prossimi 5 anni. È un appuntamento importante anche perché si arriva in anticipo a questa data in seguito a uno scandalo che ha coinvolto direttamente la giunta uscente, ma che, soprattutto, ha colpito i cittadini che si affidavano a una sanità travolta da uno scandalo di corruzione. Va da sé che la fiducia nelle istituzioni da parte dei cittadini sia crollata. E questo crea una ulteriore emergenza in questa regione. Dobbiamo trovare un nuovo modo di immaginare la politica al servizio dei cittadini.
Non sono un cittadino umbro e con molta umiltà ho cercato di ascoltare con attenzione le proposte delle forze politiche e le richieste degli umbri. Tutte queste forze sono legittimamente impegnate a formare coalizioni, programmi e a trovare candidati. Ma, se mi permette, non sembra sia ben chiara la gravità del momento che sta attraversando questa regione. Lo scandalo che ha colpito la sanità non è un tema da usare in campagna elettorale, bensì un momento da tenere ben presente per capire cosa vogliamo non accada più. Perché non è più accettabile che un cittadino onesto si presenti legittimamente a un concorso pubblico in un settore cruciale come la sanità e si veda tagliato fuori da giochi di potere.
Lo dico con molta sincerità, a questo giro non può risolversi tutto con una campagna elettorale in cui ci si lancia accuse reciproche su chi ha fatto peggio. Per noi sarebbe facile accusare qualcuno, ma vedere l’Umbria colpita da un male endemico come la corruzione, deve portarci ad un ragionamento molto più alto.
Io credo che questa terra in passato abbia sempre dimostrato di avere gli anticorpi per fermare questo genere di pratiche. Se quegli anticorpi, anche nella gentilissima Umbria, sono venuti meno, evidentemente è ora di cambiare il modo di intendere la politica. E per rigenerare il patto di fiducia cittadini – istituzioni, secondo me c’è bisogno che tutte le forze politiche di buon senso facciano un passo indietro e lascino spazio ad una giunta civica, che noi saremmo disposti a sostenere esclusivamente con la nostra presenza in consiglio regionale, senza pretese di assessorati o altri incarichi. Ovviamente ci aspettiamo che tutti gli altri facciano lo stesso.
Qualcuno parlerà di alleanze o coalizioni, ma non si tratta di questo. Ognuno correrà con il proprio simbolo in sostegno di un presidente civico e con un programma comune. Ma senza pretendere nulla sulla composizione della giunta e sulle dinamiche del Governo regionale. Le forze politiche saranno solo in consiglio regionale con i propri gruppi.
In questi anni, nella terra di san Francesco e san Benedetto, il Movimento 5 Stelle ha lavorato sodo. Lo abbiamo fatto con i nostri attivisti, i parlamentari, l’europarlamentare Laura Agea, i consiglieri comunali e i nostri consiglieri regionali. Il nostro candidato alla presidenza della Regione del 2015, Andrea Liberati, è al secondo mandato. Si è speso tanto in questi 4 anni (Marini II è durata 3 anni e 11 mesi, ndr), pur sapendo di non potersi ricandidare per le regole del Movimento. Questo spirito di servizio che Andrea ha saputo dimostrare con i fatti ogni giorno, vorrei potesse essere il punto di partenza di un patto innovativo per il bene comune dell’Umbria, come quando, con le marce Perugia-Assisi, stringemmo proprio qui un patto per il bene dell’Italia contro povertà e mancanza di lavoro, fenomeni crescenti in questa regione.
Un patto civico, che veda un candidato Presidente fuori dalle appartenenze partitiche e che possa mettere al centro un programma innovativo, di punti veri e realizzabili. Un programma che possa ispirare serietà, fiducia e competenza.
Credo sia ora di dare una sterzata e cambiare del tutto le persone chiamate a gestire questa Regione.
Vorrei essere più chiaro. Tutte le forze che credono nel bene comune di questa regione, facciano un passo indietro, rinunciando ai propri candidati Presidente, e mettano fuori dalle liste quei candidati che hanno avuto a che fare con il passato di questa regione e gli impresentabili. Chiediamo che sottoscrivano insieme a noi un appello ai cittadini, proponendo alle migliori risorse di questa regione di farsi avanti. Queste risorse ci sono. Chiedendo ad una personalità all’altezza di proporsi come Candidato Presidente. Sosteniamolo e diamogli autonomia piena per formare una squadra di super-competenti, senza interferenze della vecchia politica. Noi svolgeremo il nostro ruolo in Consiglio regionale.
Di fronte ad una emergenza come quella che sta attraversando l’Umbria, è tempo di volare alto e di iniziare a progettare il futuro fuori dagli schemi, per un piano coraggioso e innovativo che garantisca la moralità e l’onestà delle istituzioni, che sappia lanciare il cuore oltre l’ostacolo.
L’Umbria può essere la culla di un nuovo modo di innovare la politica a partire dal locale, di un nuovo modo di fare imprenditoria coinvolgendo i giovani e il territorio.
Noi in questo patto porteremo il nostro contributo per la rinascita della regione e delle comunità locali, che ne sono il cuore pulsante.
Metteremo al centro la maggiore sicurezza nelle città, infrastrutture nuove che restituiscano centralità ad una regione isolata. Un impegno serio per l’Ambiente, che riduca davvero le fonti inquinanti e superate come gli inceneritori, per tutelare il Cuore Verde d’Italia. Vogliamo far diventare il turismo, e soprattutto il turismo sostenibile, la prima industria dell’Umbria: dal Trasimeno alle Marmore, da Perugia a Spoleto, da Città di Castello a Orvieto. Senza tralasciare la ricostruzione post sisma che deve essere sempre al centro.
Possiamo creare una Regione più competitiva in Italia e all’estero che investa nelle imprese, che crei migliaia di posti di lavoro per restituire dignità a tante famiglie, che non faccia fuggire i giovani lontano.
All’Umbria serve un progetto che contenga concretezza e visione e che si ispiri al bello, alla bellezza di cui è piena questa splendida terra.
Ho lanciato un appello chiaro a tutte le forze politiche che hanno a cuore il bene comune: facciamo tutti un passo indietro.
E ne ho lanciato un altro a tutti gli umbri di buona volontà che vogliono mettersi in gioco: fate un passo avanti.
C’è bisogno di voi.
Come l’ex sindaco Orsi ,anche l’attuale Sindaco Garbarini ha emanato un’ ordinanza per il traffico pesante per il 2019, con scadenza oggi venerdi 13 settembre.
Possiamo dire, senza ombra di dubbio, che questa ordinanza, oltre a non funzionare per mancanza di controlli efficaci, non è a favore dei cittadini Albisolesi.
Vogliamo ricordare che sono state raccolte dai cittadini albisolesi da parte del Comitato Albisola Vivibile, Albisola-Luceto Sostenibile( 2350 firme) e dal Meetup delle Albissole (1131 firme ), per un totale di 3481 firme, consegnate al comune di Albisola Superiore anche con posta Pec .
Quale è stata la risposta alla richiesta di “sicurezza e salute” che queste firme richiedevano?
Una mini Ordinanza di poche ore al venerdi pomeriggio (dalle 15 alle 21 per 6 ore) da metà Luglio a metà settembre( 2 mesi ), che se fosse applicata, con i dovuti controlli, potrebbe al massimo essere utile esclusivamente per i turisti in arrivo .
E per gli albisolesi che vivono e lavorano ad Albisola tutto l’anno che cosa si ha intenzione di fare?
I cittadini Albisolesi continuano ad essere inascoltati, i Tir continuano ad intasare le nostre strade ed i fumi di scarico i nostri polmoni, le persone continuano ad essere investite ed a volte uccise sulle strisce pedonali e nulla viene fatto per aumentare la sicurezza di Corso Mazzini, Corso Ferrari e via Turati ,magari con infrastrutture atte a ridurre i rischi per pedoni e ciclisti .
E’ anche chiaro che il blocco dei mezzi pesanti non potrà mai essere subordinato ad una circolazione alternativa, individuata esclusivamente in una Aurelia bis, che risulta ad oggi ferma ,nè si conosce al momento il termine dei lavori.
E’ altresì un fatto, che i Tir in entrata ed in uscita dal casello ,anche in presenza di una Aurelia bis funzionante ,dovranno sempre e comunque attraversare il centro cittadino di corso Mazzini e via Turati per raggiungere l’ingresso della futura strada per ”l’interporto di Savona” con ingresso a Grana.
Il M5S Albisola ,nel suo programma ,che si può consultare sul sito : www.albisola5stelle.it aveva espresso chiaramente l’ impegno in tal senso “ Per quanto riguarda l’annoso problema, mai risolto dalle precedenti amministrazioni, sull’uscita e l’ingresso dei mezzi pesanti superiori a 7,5 tonnellate dal casello autostradale di Albisola, intendiamo intervenire vietando o limitando l’ingresso di questi mezzi sulle strade cittadine. È indubbio che non si possa attuare una seria modifica della viabilità albisolese pensando di accettare mezzi di questa portata nel ciclo urbano cittadino. La sicurezza e la salute dei cittadini deve essere salvaguardata ad ogni costo e noi ci impegneremo a farlo. “
Noi continueremo ad impegnarci in tal senso e chiediamo alla nuova Amministrazione e al nuovo Sindaco Maurizio Garbarini di dare una efficace e coraggiosa risposta , con una “vera ordinanza” che blocchi i mezzi pesanti in entrata ed in uscita dal casello, ad esclusione di quelli che operano nelle Albisole , effettuando controlli seri e continui che scoraggino i conducenti dei Tir, sempre in contatto radio fra di loro, ad uscire al casello di Albisola .
Le continue richieste di “salute e sicurezza” da parte dei cittadini meritano una concreta risposta, attraverso una vera volontà politica di risolvere l’annoso problema del traffico pesante nel nostro centro cittadino.
M5S Albisola
(Roberta Labonia) – Il tempo dei “descamisados” sta per finire. Mi riferisco ai vari “Di Battista”, ragazzi splendidi peraltro, che hanno contribuito con la loro passione, con il loro coraggio e una buona dose di incoscienza, a portare il messaggio rivoluzionario di giustizia sociale e lotta ai privilegi della casta tra la gente e l’hanno conquistata, tanto che questi ragazzi (anche i più agèe di loro lo sono, dentro), sono arrivati al Governo del Paese dopo neanche 10 anni dalla loro nascita politica.
Tutto ha preso forma dall’idea di due “vecchi” visionari, quel Gianroberto Casaleggio, un precursore dei tempi che li ha lasciati prematuramente, ed un’altro uomo, al secolo Giuseppe Piero Grillo, meglio conosciuto come Beppe, che se andate a guardare su Wikipedia viene ancora oggi derubricato alla prima riga come “comico”, ma che in realtà è persona serissima ed è ancora oggi, nonostante lui si sia voluto retrocedere al più defilato ruolo di “garante”, il vero asse portante del Movimento. A proposito, apro parentesi: chi in queste ore sta speculando contro di lui per la vicenda che vede uno dei suoi figli indagato per un presunto stupro di gruppo, mi fa un po’ schifo, uno fra tutti Matteo Salvini.
Ma dicevamo, il primo obiettivo i ragazzi a 5 Stelle, sposando l’idea di questi 2 uomini, l’hanno centrato: hanno aperto le aule parlamentari “come una scatoletta di tonno” (checché ne dica la Meloncina della Garbatella), obbligando i vecchi parrucconi (anche i più giovani di loro lo sono, dentro), a ripensare il modo di fare politica e a ripensarsi. Ognuno di loro oggi, scimmiottando pateticamente i pentastellati, vanno dicendo per ora solo a parole, di voler rimettere al centro l’interesse dei cittadini, come non avessero già avuto 25 anni per farlo, tanto è durata la tristemente nota seconda Repubblica.
Ma ogni rivoluzione ha i suoi percorsi ed è un bene che sia così, guai fermarsi alla protesta, prima o poi occorre passare ai fatti, togliere la camicia sbottonata ed assumersi la responsabilità di governare il Paese. Le prove generali, nonostante un compagno di viaggio inaffidabile, anche lui descamisado ma di un brutto colore verde marcio, hanno consentito al Movimento di portare a casa tante cose buone (fra tutte la legge Spazzacorrotti e il Reddito di Cittadinanza), sia pure inframmezzate da qualche sconfitta (una, la più bruciante, il via al TAV).
Oggi, con la fiducia che fra meno di un’ora Giuseppe Conte chiederà all’aula della Camera, partirà un nuovo Esecutivo. I nuovi compagni di viaggio, i già enne volte essecrati uomini del Partito Democratico, ma ineludibili per la formazione di un nuovo Governo in base alle regole che governano la nostra democrazia parlamentare, mi limito ad osservare che, solo dopo poche ore dall’aver prestato giuramento, si sono lasciati andare a delle incontinenze verbali di cui gli spaesati elettori avrebbero volentieri fatto a meno.
Credo di non sbagliarmi se preconizzo che fra pochi minuti le parole di Giuseppe Conte, oggi Presidente del Consiglio a tutti gli effetti, li richiamerà perentoriamente all’ordine.
L’epoca dei “descamisados” è finita. Oggi il volto del Movimento 2.0 è il suo, quello che l’onnipotente quanto sgrammaticato Trump ha ribattezzato “Giuseppi”, e il messaggio che manderà sarà chiaro: zitti e lavorare. Ma nell’esclusivo interesse del Paese Italia.