venerdì 12/07/2019
Nell’ultimo video abbiamo parlato del Team del Futuro, dei 12 facilitatori nazionali più i 6 ruoli di organizzazione nazionale. In questo secondo video sulla riorganizzazione del MoVimento parleremo invece del ruolo del facilitatore regionale.
Abbiamo bisogno di riorganizzare il MoVimento in ogni regione per permettere ai gruppi di essere molto più presenti sul territorio, favorire la nascita di nuovi gruppi e consentire al MoVimento di risolvere meglio i problemi degli italiani.
Ogni giorno arrivano richieste e segnalazioni di problemi specifici, da parte dei territori: alcuni sono di competenza del governo, altri sono di competenza degli enti locali, degli enti territoriali.
Con il ruolo dei facilitatori regionali dobbiamo creare un MoVimento che abbia la capacità di relazionarsi continuamente sia verso l’esterno che all’interno, ma anche formarsi e coinvolgere nuove persone. Questi sono i tre obiettivi che vogliamo realizzare.
Prendiamo l’esempio di una regione grande quanto la Campania, il Lazio o il Veneto. Regioni come queste avranno 5 facilitatori regionali, ai quali saranno distribuite tre deleghe: la prima è quella delle relazioni esterne. Una o di più persone che ogni giorno curino i rapporti con gli stakeholders, con i sindaci, anche non nostri, che hanno bisogno di aiuto o di supporto dal MoVimento, che vadano a parlare con gli assessori regionali, con gli enti territoriali, con le associazioni, con il no profit, con tutto il mondo che non è propriamente del MoVimento, ma che cerca aiuto o collaborazione dal Movimento; e soprattutto che tengano un rapporto costante con questi soggetti, perché in molte regioni ci sono tante realtà che vogliono avvicinarsi al Movimento, ma non sanno con chi andare a parlare. O meglio, spesso vanno a parlare con tutti: dai nostri consiglieri comunali, ai consiglieri regionali, ai nostri sindaci, ai nostri attivisti, per poi dover fare una sintesi di quello che gli è stato riferito.
Adesso ci devono essere dei riferimenti chiari per facilitare la presenza del MoVimento in una regione, nei rapporti con i soggetti esterni al Movimento.
La seconda delega che sarà data ad uno o più di questi 5 facilitatori è quella delle relazioni interne, vale a dire i rapporti con i nostri eletti all’interno della Regione, i rapporti con i nostri gruppi locali e l’organizzazione delle liste quando ci sono le elezioni comunali.
Con una regia in ogni regione, già ad ottobre noi saremo pronti a formare chi si candida a giugno per le comunali. Mi spiego meglio: se le elezioni comunali sono previste per il mese di giugno, grazie a Rousseau, a Open Comuni, alla Rousseau Open Academy, noi potremo iniziare un percorso di formazione che possa consentire a chi si candida di formarsi da ottobre a dicembre. Poi a dicembre si vedrà se il candidato è all’altezza di una candidatura, perché se non lo fosse, allora meglio non candidarsi affatto.
Se invece si è pronti, allora sarà possibile certificare la lista fra gennaio e febbraio, cosicché sia possibile fare una campagna con tutto il tempo che serve anche per recuperare il gap rispetto ai candidati degli altri schieramenti più conosciuti o che sono più presenti e ramificati sul territorio.
La terza delega che va assegnata ai facilitatori regionali o al facilitatore regionale è quella invece della formazione e del coinvolgimento. Io immagino una persona che ogni giorno pensa a come coinvolgere nuove persone nel MoVimento. Perché, diciamoci la verità, in alcuni gruppi quando qualcuno è interessato al MoVimento e si avvicina ad un meet-up, troppo spesso trova meet-up in conflitto, dove i partecipanti litigano tra di loro e, di conseguenza, quella persona se ne allontana.
Allora io immagino che uno o più facilitatori regionali possano organizzare una volta al mese un incontro regionale con i nuovi, cioè con persone che si stanno avvicinando al MoVimento per la prima volta. Inoltre, sempre una volta al mese, immagino possa esserci un altro incontro: quello sulla formazione. Tutti dobbiamo formarci continuamente. Che tu sia Ministro, che tu sia attivista, che tu sia sindaco o consigliere comunale, abbiamo bisogno di condividere queste esperienze e queste conoscenze, anche con il supporto di chi non è del MoVimento ma è un esperto in qualche settore.
Questo dobbiamo tenerlo sempre ben presente: massima umiltà e formazione continua, in modo tale da capire anche a chi rivolgersi quando abbiamo bisogno di aiuto, perché non vi nascondo che molte delle richieste di aiuto che arrivano a volte da attivisti, consiglieri comunali, consiglieri regionali, non riguardano la competenza dei ministeri, ma magari quella di un comune, di una città metropolitana, di un ente regionale o di una partecipata regionale. Questo è molto importante anche per riuscire ad aiutare i cittadini molto meglio.
Nelle regioni grandi ci saranno 5 facilitatori, in quelle più piccole 3 facilitatori, mentre in una regione come la Lombardia che è grande almeno il doppio di ogni altra regione, ci servono almeno 8 facilitatori.
Come vedete si va delineando un’organizzazione nazionale e territoriale, perché questi facilitatori regionali saranno in continuo contatto diretto con i facilitatori nazionali del Team del Futuro e con quelli che compongono il ruolo di organizzazione: comunicazione, team legale, team comuni e regioni, enti locali, e così via.
Come si può diventare facilitatore regionale? Si deve essere eletti senza doppi incarichi, perché è necessario restare sul territorio. Ciò significa che il facilitatore regionale può essere un portavoce, ma non può essere un Presidente di Commissione, Sottosegretario, Ministro, presidente di un’assemblea. Allo stesso tempo il facilitatore regionale può anche non essere un portavoce eletto ma deve comunque essere una persona di comprovata partecipazione e attivismo nel MoVimento 5 Stelle.
Se si tratta di una regione con 3 facilitatori, gli iscritti di quella regione eleggono un elenco di 10 da cui scegliamo tre persone a cui assegnare le deleghe di cui vi ho parlato. Se si tratta di una regione in cui abbiamo bisogno di 5 facilitatori, gli iscritti della regione eleggono un elenco di 15 persone tra i candidati. Se invece – come nel caso della Lombardia – ci servono 8 facilitatori, allora gli iscritti eleggono un elenco di 20 candidati. Queste persone saranno quelle tra cui andremo ad individuare coloro a cui assegnare le deleghe di facilitatori.
È un percorso che, come per il Team del Futuro nazionale, non vuole individuare capibastone, né tantomeno gente che gestisce potere. Anche i facilitatori regionali saranno sottoposti al “recall” e in ogni caso dovranno dare conto agli iscritti degli obiettivi che raggiungeranno sui tre grandi binari: relazioni esterne, relazioni interne, formazione e coinvolgimento.
Questo è il secondo step della nuova organizzazione del MoVimento, uno step che riguarda l’organizzazione regionale. Nel prossimo e ultimo tutorial parleremo dei consiglieri comunali, del nostro grande popolo di consiglieri comunali che ha bisogno anch’esso di supporto e di essere riorganizzato.
Ciao a tutti!
venerdì 12/07/2019
I fatti sono ormai stranoti, ne parlano tutti i quotidiani e i siti italiani, ma anche internazionali: il 18 ottobre 2018, mentre Matteo Salvini era in visita a Mosca e il giorno prima aveva parlato alla Confindustria russa, il suo ex portavoce Giampaolo Savoini, leghista a 24 carati e presidente dell’Associazione Lombardia-Russia, incontrava cinque personaggi di cui si ignora l’identità nella hall dell’hotel Metropol: due italiani (Luca e Francesco) e tre russi. I quali parlavano di una commessa di gasolio e cherosene all’Italia da 1,5 miliardi di dollari, per ricavarne una commissione del 6%, cioè una cresta da spartire tra faccendieri russi (2%) ed emissari leghisti (4%). Così la Lega si sarebbe garantita un finanziamento illecito estero su estero di circa 65 milioni di dollari per la campagna elettorale delle Europee del 26 maggio 2019: tutta manna dal cielo, viste le “casse vuote” del partito dopo la condanna per i 49 milioni di euro di finanziamenti pubblici rubati o comunque spariti. La conversazione è stata registrata non si sa bene da chi, ma molto probabilmente da un russo (uno dei presenti o qualche spione o cimice), a meno che Savoini non sia stato tradito da uno dei due amici italiani. Infatti l’audio è finito alla redazione del sito americano Buzzfeed, alcuni mesi dopo che la notizia del colloquio e del suo contenuto era giunta all’Espresso.
Lo scoop del settimanale italiano, meno dettagliato, era uscito il 2 marzo, dopo la repentina svolta filo-americana della Lega salviniana, da sempre ritenuta la quinta colonna di Putin in Italia. Ora il secondo scoop, con tutti i particolari, esce in America e fa il giro del mondo proprio all’indomani della visita a Washington di Salvini e di quella a Roma di Putin, che gli ha ricordato pubblicamente la vecchia amicizia, ma con scarsi risultati, visto che ormai il Carroccio si è legato mani e piedi agli Usa. Al momento, nessuno può dimostrare che l’affare si sia concluso, anzi è probabile che si sia inceppato (l’Eni, citata come destinataria delle forniture petrolifere, smentisce tutto e annuncia querele). Idem per la mazzettona concordata dai russi e dai misteriosi Luca e Francesco (il loro amico Savoini vola alto e fa propaganda sulla svolta storica della Lega che cambierà l’Europa con un nuovo New Deal targato Mosca). Ma la Procura di Milano ha aperto un’indagine fin dallo scoop dell’Espresso per corruzione internazionale: che è reato, come quella domestica, anche quando è soltanto tentata. Salvini ha annunciato querele e giurato che la sua Lega non ha mai ricevuto “un centesimo di rublo né un goccio di vodka”.
Ma, a parte il fatto che qui si parla di dollari, non può certo cavarsela con qualche battuta da Cazzaro Verde. Qui la faccenda è seria, serissima, anche se non fosse girato neppure un cent, checché ne dicano la presidente del Senato Casellati (“pettegolezzi”) e i giornali che spacciano lo scandalo per l’ennesima “lite M5S-Lega” (il Messaggero). E le domande a cui il segretario della Lega, nonché vicepremier, nonché ministro dell’Interno, deve rispondere per un elementare dovere di trasparenza sono parecchie.
1. Chi sono il Luca e il Francesco che accompagnano Savoini in Russia a metà ottobre al seguito di Salvini? Noi non possiamo saperlo, ma Savoini lo sa e, visti i rapporti strettissimi con lui, anche Salvini può e deve saperlo. Ieri la sua portavoce ci ha risposto che non conosce i loro cognomi: può Salvini domandarli a Savoini, renderli pubblici e spiegare quale ruolo ricoprono nella Lega, e qual è quello di Savoini, visto che tutti e tre parlavano a nome del partito?
2. Chi intende querelare esattamente Salvini, in presenza di quell’audio? Savoini e i due compari che parlano a nome della Lega, o i giornalisti che raccontano doverosamente quell’incontro e pongono legittime domande?
3. Sia la Lega sia Savoini sostengono che né Salvini né altri dirigenti hanno mai incaricato nessuno di trattare finanziamenti russi al partito. Ma purtroppo risulta dall’audio che i tre l’hanno fatto. Quanti faccendieri come loro si agitano nel mondo leghista, magari per acquisire benemerenze presso il capo? Salvini può garantire che non esistono conti esteri in qualche modo riferibili alla Lega o a suoi intraprendenti emissari come i tre del Metropol?
4. Salvini ribadisce che Savoini non ha mai agito in nome e per conto suo né della Lega. E allora perché se l’è portato appresso come membro ufficiale della sua delegazione in tutti i suoi viaggi a Mosca, prima da eurodeputato e poi da vicepremier, così come alla cena di gala offerta dal premier Conte a Putin a Villa Madama il 4 luglio scorso?
5. Per escludere qualunque passaggio occulto di denaro, la Lega invita a controllare online i bilanci del partito e i suoi conti bancari da tempo sotto la lente di diverse Procure. Ma chi prende mazzette non le registra a bilancio, né le infila nei suoi conti ufficiali, dunque la prova è deboluccia. Può dirci Salvini quanto ha speso la Lega per l’intera campagna per le Europee e con quali fondi l’ha saldata?
6. Quando Salvini partì per Mosca a metà ottobre, si apprese che si sarebbe imbarcato con lui anche Massimo Casanova, patron del “Papeete Beach” di Milano Marittima dove l’amico Salvini trascorre le vacanze estive, poi candidato dalla Lega alle Europee e ora eurodeputato. Ora Casanova conferma: che ci andava a fare, di preciso, in Russia?
7. Dopo lo scoop dell’Espresso, Savoini dichiarò al giornale filorusso Sputnik di non aver mai partecipato all’incontro del 18 ottobre al Metropol, mentre ora dopo la diffusione degli audio ammette che c’era anche lui, anche se comicamente “non si riconosce” nelle sue parole registrate. Salvini gli ha chiesto lumi sul colloquio, ora che ne conosce le parole precise? E qual è la sua esatta ricostruzione dei fatti, al di là del giuramento di non aver preso soldi? Può pubblicare l’agenda completa dei suoi impegni a Mosca nel pomeriggio-sera del 17 ottobre, dopo il discorso alla Confindustria, per dissipare i sospetti su quel lungo “buco” temporale?
8. Molti leghisti gridano al complotto e alla trappola, ricordando le analogie col tranello in cui cadde il vicecancelliere austriaco Christian Strache, costretto a dimettersi alla vigilia delle Europee per un video che lo immortalava mezzo ubriaco in una villa di Ibiza mentre prometteva appalti alla (finta) nipote di un miliardario russo in cambio di tangenti al suo partito nazionalista. Ma, anche se ci fosse un complotto russo, sarebbe un bel guaio non solo per Salvini e per la Lega, ma per l’Italia e per il suo governo: significherebbe che i russi, infuriati per la repentina conversione della Lega da filo-Putin a filo-Trump, stanno facendo uscire notizie (per giunta vere) contro la Lega. Che così avrebbe reso ricattabile il nostro governo. Salvini sta conducendo indagini interne presso i suoi mediatori con Mosca, per garantire che i russi non posseggano altre armi di ricatto o di vendetta contro la Lega, che si ritorcerebbero inevitabilmente sul governo italiano?
9. Tornato dal viaggio a Mosca, il 24 ottobre Salvini fu convocato dall’ambasciatore americano a Roma, e da allora divenne un soldatino obbediente agli Usa sulla Via della Seta, il Venezuela, l’Iran ecc. C’è qualcosa che non sappiamo di quel colloquio riservato in ambasciata? La piroetta diplomatica da Putin a Trump ha comunque finito col rendere Salvini inaffidabile sia per l’uno sia per l’altro partner, per non parlare dell’Unione europea. Con le conseguenze facilmente immaginabili sulla credibilità internazionale del nostro governo. Non sarebbe il caso che il ministro dell’Interno si limitasse d’ora in poi a fare il ministro dell’Interno, evitando incursioni e interferenze nella politica internazionale e lasciando che se ne occupi chi è deputato a farlo, cioè il premier Conte e il ministro degli Esteri Moavero?
10. Quello russo è il terzo scandalo che coinvolge la Lega e imbarazza il premier e gli alleati da quando è tornata al governo, dopo il sequestro di tutti i conti del partito alla ricerca dei 49 milioni scomparsi e l’indagine sul trio Siri-Arata-Nicastri (per non parlare della condanna di Rixi). Non è venuto il momento che Salvini si scusi con i 5Stelle, con il premier, con gli elettori leghisti e con tutti gli italiani?
Cinque stelle, 10 anni e un’infinità di idee e progetti realizzati e da realizzare insieme.
Ad ottobre il MoVimento 5 Stelle compie 10 anni, SIAMO TUTTI INVITATI! Celebreremo questo compleanno con la carica e l’entusiasmo del primo giorno, ma anche con un bagaglio di esperienza maturata e obiettivi raggiunti da un MoVimento che è cresciuto e che oggi ci fa guardare al futuro del nostro meraviglioso Paese con fiducia e ottimismo. Ci siamo uniti, abbiamo coinvolto sempre più cittadini con il nostro entusiasmo e moltiplicandoci abbiamo fatto la differenza.
10 anni fa l’Italia era a pezzi, divorata dalla malapolitica e dalle lobby. Quale cittadino italiano avrebbe potuto immaginare di vedere arrivare in Parlamento dei semplici cittadini che, tra le altre cose, si sarebbero autoridotti lo stipendio per aiutare le PMI, abolito gli odiosi vitalizi, introdotto misure come il reddito di cittadinanza o Quota100 per aiutare gli ultimi e far ripartire l’economia? Ma abbiamo fatto la differenzaanche restituendo, con il Decreto Dignità, una speranza ai giovani lavoratori umiliati per anni con contratti a tempo determinato o investito un miliardo di euro nel Fondo per l’Innovazione per permettere alle nostre migliori menti di realizzare le loro idee in questo Paese senza dover scappare all’estero. Un sogno.
Un sogno diventato realtà grazie al coraggio di due visionari, Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo, e all’impegno di migliaia cittadini che hanno deciso di non arrendersi dedicando gratuitamente il loro tempo per costruire un posto migliore per i nostri figli. Siamo partiti dai meet-up e, nel 2013, 160 di quei cittadini sono entrati nelle aule di Camera e Senato, spinti dalla forza di un popolo che con orgoglio partiva dalle sue stelle per costruire un nuovo firmamento.
Oggi, dopo 5 anni di durissima opposizione e di lavoro in difesa degli interessi collettivi contro chi difendeva quelli di pochi, siamo al Governo. Abbiamo catalizzato la rabbia e la voglia di Cambiamento di milioni di cittadini che in altri posti del mondo ha provocato conflitti anche violenti, realizzando una rivoluzione gentile senza precedenti al mondo. Nessuno potrà mai negare che il MoVimento 5 Stelle ha portato uno scossone nel panorama politico e in un Paese che si avviava inesorabilmente al declino. Abbiamo fatto la differenza.
Le nostre cinque stelle brillano tutte, ma quest’anno ne vogliamo celebrare una in particolare: l’ambiente, la nostra stella cometa.
L’ambiente come simbolo di bene comune e che tutti insieme dobbiamo tutelare: l’albero nel parco sotto casa, l’acqua pubblica che beviamo ogni giorno, le spiagge dove giocano i nostri figli, il mare con i suoi tesori che vanno protetti contro l’inquinamento e la plastica. Ma tutelare l’ambiente significa anche cogliere una enorme opportunità di sviluppo economico. Con l’economia circolare le nostre aziende devono eccellere nel mondo per la crescita sostenibile. Rispettando l’ambiente “si mangia”.
Per questo decimo anniversario stiamo organizzando un’edizione speciale di Italia 5 Stelle. Non a caso sarà a Napoli, una delle prime città in cui sono sorti i meet-up “Amici di Beppe Grillo”.
Ma non solo: una delle città più belle di questa nostra Italia, salita troppo spesso agli onori delle cronache per drammi ambientali. In Campania si trova la terra dei fuochi, fuochi che proprio grazie all’azione del MoVimento 5 Stelle finalmente si stanno spegnendo.
Attivisti, portavoce e semplici cittadini, che in questi 10 anni hanno contribuito a riscrivere la storia, avranno l’occasione di incontrarsi per festeggiare insieme nel corso di una due giorni piena di idee, spunti e ospiti interessanti.
Se vuoi partecipare ad organizzare i festeggiamenti puoi dare il tuo piccolo contributo nei limiti delle tue possibilità! Continueremo sempre a rifiutare supporti esterni e a mantenerci liberi e per questo ogni contributo, anche economico, è fondamentale.
Aiutaci con una donazione e realizziamo insieme una grande festa per questi primi 10 anni di MoVimento!